“Favole alla rovescia” un percorso

Vista questa spiccata capacità e interesse del gruppo dei bambini nel narrare, raccontare e raccontarsi e ascoltare il racconto e qualche volta inventare delle storie, per il progetto educativo di quest’ anno ci prefiggiamo di incoraggiare la comunicazione verbale tra bambini e tra bambini ed educatori usando proprio la LETTURA di storie e fiabe e non solo.

I tempi e i ritmi di oggi coinvolgono anche i più piccoli in routine di vita quotidiana che lasciano poco spazio alla comunicazione articolata, al parlare e ragionare per puro piacere, prevalgono sempre più spesso forme di comunicazione funzionale e sbrigativa. Quella della lettura è un occasione in cui si favorisce un contatto vero tra adulti e bambini, è un momento di grande intensità e complicità emozionale è una comunicazione più ricca: si possono condividere infatti, guardando un libro o leggendo una storia, pensieri ed emozioni, immaginare le medesime cose, ridere insieme, intristirsi insieme. E’ come giocare, ma ha anche una valenza di accesso morbido alla lingua e alla scrittura, non solo inavvertitamente l’adulto che legge al bambino favorisce molte conoscenze: l’ordine di progressione dello sfogliare ( da sinistra a destra, dall’alto in basso) , al tono particolare con cui si raccontano le storie e le fiabe, ma anche leggere le figure, scoprire le rappresentazioni sia della vita quotidiana che di un mondo fantastico, scoprirvi mille dettagli e capire cosa succede è un modo per riconoscere divertendosi segni e simboli e quindi il piacere per la LETTURA.

Favole alla rovescia

C’era una volta
un povero lupacchiotto,
che portava alla nonna
la cena in un fagotto,
E in mezzo al bosco
dov’è più fosco
incappò nel terribile
Cappuccettto Rosso,
armato di trombone
come il brigante Gasparone..
Quel che successe poi,
indovinatelo voi.

Qualche volta le favole
succedono all’incontrario
e allora è un disastro:
Biancaneve bastona sulla testa
i nani della foresta,
la Bella Addormentata non si addormenta,
il principe sposa
una brutta sorellastra,
la matrigna tutta contenta,
e la povera Cenerentola
resta zitella e fa
la guardia alla pentola.

Gianni Rodari